Se si parla in superficialità possiamo dire che Un Mare di Archeologia è un festival che permette di apprendere nuove conoscenze riguardo al mondo dell’archeologia, capendo così come gli strumenti di lavoro e di quotidianità funzionavano ai tempi. Ma se ci immergiamo più in fondo capiremmo che non è solo questo. Settimane, mesi o addirittura un anno di impegno, danno frutto a un festival che vive a 360°, dove è possibile connettere persone di tutte le età. Gli adulti tornano bambini e i piccoli imparano a capire cos’è il mondo dei grandi.
Questi pochi giorni all’anno permettono ad ogni individuo di ampliare la propria conoscenza e vivere un’esperienza al di fuori della quotidianità.
Permette di creare ricordi, toccano il passato a mani nude.
Non è di certo attività di tutti i giorni imparare a scrivere come gli egizi o ascoltare come funzionavano gli strumenti dell’antichità.
La parte più emozionante però, è l’enorme amore che esprimono coloro che sono dietro a ogni stand. Spiegano con ardore per ore e ore, esprimendo ogni volta sempre più passione.
Non è uno spreco di tempo, né tanto meno uno sforzo non ripagato, perché desiderano dare la possibilità agli altri di imparare, e permettere a sé stessi di esprimere tutto ciò che hanno appreso per anni.
Un Mare di Archeologia quindi, è un tassello di storia che si evolve di anno in anno, aggiunta di cultura e crescita personale.
Laura Perrotta