Un mare di Archeologia è un mondo che continua a cambiare e ci fa scoprire sempre nuove realtà. è un festival che riesce a unire passato e presente, grandi e piccini. è incredibile come molte cose del presente, anche le più comuni, derivino in realtà dal passato come, per esempio, i modi di dire.
Grazie alla attività proposte dall’evento si ha modo di diffondere conoscenza, fare nuove esperienze parlando con persone molto varie tra loro, in un contesto diverso da quello solamente istituzionale. Dal nostro punto di vista come ragazzi delle scuole superiori che collaborano all’interno del festival, è un momento nel quale possiamo confrontarci in modo diverso dall’apprendimento poichè possiamo comunicare e scambiarci opinioni liberamente. Non essendo a scuola gli incarichi che ci vengono assegnati li svolgiamo con più entusiasmo e siamo pronti ad affrontare meglio le critiche. Un’altra barriera che viene abbattuta è quella della timidezza che viene affrontata tramite l’aiuto reciproco tra tutti i collaboratori.
è un luogo diverso dalla scuola che ci insegna com’è il mondo del lavoro e la vita dopo il diploma, ma ci sostiene quando commettiamo errori.
Grazie a questa esperienza abbiamo modo di affrontare insieme delle problematiche e creare un legame più forte tra di noi, che crea un’atmosfera sicura e ci permette anche di fortificare legami e amicizie.
Per noi, un mare di Archeologia significa condividere varie esperienze e trasformarle in ricordi duraturi nel tempo.
Deborah catanese
Giorgia Bianco
Un mare di archeologia è un festival in cui possiamo interagire attraverso dei laboratori per imparare ad utilizzare certe attrezzature storiche e comprendere quanto erano simili a noi i nostri antenati. Possiamo così scoprire il loro abbigliamento, la loro vita attraverso l’antropologia, i loro tablet del momento e tanto altro.Questi incontri sono molto interessanti perché anche essendo nel presente, si può rivivere il passato tramite i racconti. Esplorare un mondo che sembra così distante da noi è estremamente affascinante e sosteniamo che sia importante far conoscere queste storie.
Riteniamo che la quantità di studio e lavoro che c’è dietro a ogni professionista debba essere condivisa e noi cerchiamo di farlo al meglio diffondendo il messaggio in tutti i modi possibili.
Valery Franco Prada
Giorgia Bianco
Deborah Catanese
Che cos’è Un mare di archeologia?
Alcuni potrebbero dire che sia solo un festival come tanti altri; che non ci sia nulla di speciale in esso. Altri potrebbero non conoscerlo proprio e non essere interessati a partecipare. Per me, Un mare di archeologia è un incontro con le passioni degli altri. Ci sono studenti che sono contenti di essere professori per qualche ora e poter, finalmente, raccontare tutte le nozioni apprese durante gli anni scolastici. Professionisti che da anni svolgono il proprio lavoro senza stancarsi mai e che sono ancora più entusiasti di raccontare più e più volte tutti i segreti del loro mestiere e professori che, nonostante la pressione derivante dal gestire un festival, ogni anno sono sempre più volenterosi di ripetere gli stessi passi.
Ieri ho intervistato delle ragazze che mi hanno parlato di come qui tutti siano molto gentili e disponibili. Il che non è scontato. Dagli organizzatori ai presentatori dei laboratori si sente come la voglia di trasmettere la conoscenza agli altri sia fonte di orgoglio. Con questa atmosfera di positività anche le persone più annoiate, che sembrava fossero state portate qua con la forza, finiscono per divertirsi e uscire col sorriso.
La conoscenza ci travolge come farebbe l’onda di un mare, ma non ci stanca come potrebbe fare una lezione a scuola, troviamo esntusiasmante scoprire nozioni nuove, oppure, informarci su una passione che non avremmo mai immaginato di intraprendere. Quindi, se me lo chiedessero, risponderei che tutto questo è Un mare di archeologia.
Lia Vodopivec